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Il Carmelo ... un po'  di storia

      "...ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello,

uscì e si fermò all'ingresso della caverna"         1 Re 19

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L'Ordine dei Carmelitani ha le sue origini nel Monte Carmelo dove, come ricorda la Sacra Scrittura nel secondo libro dei Re, il grande profeta Elia operò in difesa della purezza della fede nel Dio di Israele, vincendo la sfida con i sacerdoti di Baal e dove lo stesso profeta, pregando in solitudine, vide apparire la nuvola apportatrice di benefica pioggia dopo la siccità. La storia del Carmelo è intimamente legata al profeta Elia. Secondo tradizioni raccolte dai Santi Padri e da scrittori antichi, diversi luoghi conservavano il ricordo della sua presenza: una grotta sul versante nord dove stabilirono la loro dimora prima lui e poi Eliseo; nella stessa zona verso ovest una sorgente conosciuta come "Fonte di Elia", che lui stesso avrebbe fatto sgorgare dalla roccia.

In questi luoghi venerati fin dagli albori del Cristianesimo, dove si erano costruite Chiese e Monasteri in memoria di Sant'Elia nacque l'Ordine del Carmelo.

Da sempre questo monte è stato considerato il giardino verdeggiante della Palestina e simbolo di fertilità e bellezza. In questa catena di montagne sgorgano abbondanti sorgenti, per cui sui suoi gioghi e nelle sue valli cresce una flora ricca e varia, tipicamente mediterranea: "Karmel" infatti significa "Giardino di Dio" in quanto porta con sé sempre una connotazione di bellezza e di vita.

Nel secolo XII alcuni penitenti-pellegrini, provenienti dall'Europa, si raccolsero insieme presso la "Fonte di Elia", in una delle strette vallate del Monte Carmelo, per vivere in forma eremitica e nella imitazione del profeta Elia la loro vita cristiana, nella terra stessa del Signore Gesù Cristo. Dicono le antiche Rubriche di questi primi Carmelitani: “Spinti dall’amore verso la Terra di Gesù, si consacrarono in essa a Colui che l’aveva acquistata con l’effusione del Suo Sangue, per servirLo sotto l’abito di religione e di povertà, rimanendo in santa penitenza. Ad esempio e imitazione del solitario e santo uomo Elia profeta, conducevano vita solitaria sul monte Carmelo presso la fonte detta di Elia”.

Allora e dopo i Carmelitani non riconobbero a nessuno in particolare il titolo di fondatore, rimanendo fedeli al modello Elia legato al Carmelo da episodi biblici e dalla tradizione patristica greca e latina, che vedeva nel profeta uno dei fondatori della vita monastica. Costruitasi una Chiesetta in mezzo alle celle, la dedicarono alla Vergine Maria, Madre del Signore Gesù, sviluppando il senso di appartenenza alla Madonna come a Signora del Luogo e a Patrona, e ne presero il nome, "Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo". Il Carmelo è così profondamente legato al profeta Elia e alla Vergine Maria. Dal profeta ha ereditato la passione ardente per il Dio vivo e vero e il desiderio di interiorizzarne la Parola nel cuore; con la Vergine Maria, la Vergine Purissima Madre di Dio, si impegna a vivere "nell'ossequio di Gesù Cristo" con gli stessi sentimenti di intimità e profondità di legame che furono quelli di Maria Santissima con il Figlio Suo.

A partire dal 1226 alcuni Carmelitani ritornarono alla loro patria in Europa, dove costituirono nuovi Monasteri. Questo esodo fu provvidenziale per la sopravvivenza e l'espansione dell'Ordine, perché poco dopo i Santuari del Monte Carmelo furono distrutti dall'esercito d'Egitto.

L’Ordine ebbe, fin dal secolo XIII, con la diffusione in Europa, alcune donne particolarmente unite al suo spirito, le quali ben presto si legarono con gli stessi vincoli dei religiosi: era l'inizio dello sviluppo fecondo del Carmelo femminile.

Oggi, come Monache Carmelitane fedeli alla ricca tradizione dell’Ordine, consumiamo la vita alla presenza di Dio e nell’ardore della preghiera. In intima unione con la Vergine Maria, il più bel Fiore del Carmelo, viviamo il mistero della Sua vita interiore e dell’unione con Dio in Cristo Gesù. Così, il Monastero Sant’Elia nasce per una predilezione della Vergine Maria a Faifoli di Montagano, nella piccola Molise, per essere cenacolo dove con Lei, imploriamo con la preghiera l’azione dello Spirito Santo nella Pentecoste permanente della Chiesa, in particolare per il nostro territorio che ha visto già la presenza di san Celestino V, papa, come novizio prima e come abate poi, nella Chiesa Abbaziale di Faifoli a poche centinaia di metri da questo Monastero.

In questa terra benedetta, nella splendida terra molisana, il Monastero Sant’Elia nasce come un piccolo germoglio  il 5 settembre del 2009 quando Sua Eccellenza Monsignor Giancarlo Maria Bregantini ha accolto le prime tre monache con grande entusiasmo e speranza. La presenza Carmelitana era attesa da tempo in questo luogo dal Venerabile Fra Immacolato Brienza, Carmelitano scalzo, vissuto santamente a Campobasso: a 15 anni viene colpito da osteomielite deformante che lo costringe a letto per il resto della sua vita. Ottiene di emettere la Professione nell’Ordine Carmelitano pur rimanendo nel suo letto! Lì, nella sua Casa, vicino alla stazione di Campobasso, vive ogni giorno come dono di Dio: “Come è bello vivere all’ombra del Carmelo … lì non si specula e sogna, si vive e muore d’amore, ci si conforma notte e giorno al Cristo sofferente che salva il mondo, al Cristo nudo che ci unisce a Dio”. È in questo amore totale a Cristo Crocifisso che più volte nella sua corrispondenza, e molto probabilmente al santo Sacerdote e Parroco di Montagano, don Michele Fratianni, suo padre spirituale, esprime il desiderio, o forse quello di Dio, di una Fondazione Carmelitana proprio a Faifoli dove oggi sorge il Monastero Sant’Elia!

Pax Christi!                                                     Cbasso, 11.11.1950

 

Carissimo Padre Nostro,

                                      fido tanto nel Suo aiuto mediante preghiere ed offerte al Signore per un’intenzione che mi sta a cuore: la fondazione di un nostro convento nella nostra Diocesi. Son sicuro che questo desiderio viene da Dio e giacché è stato Lui ad ispirarmelo, cerchiamo di attuarlo. Dal canto mio, per ottenere ciò, userò “i miei arnesi da lavoro”: la preghiera, il sacrificio, la penitenza, l’immolazione. Soffrire, morire… anche per ottenere un santo eremo alla nostra Diocesi è la mia gioia. Il Signore benedica e fruttifichi la nostra preghiera e la nostra offerta a pro di tante anime, specialmente sacerdotali.

                                                    In C. I. suo ind.

Fra Immacolato Giuseppe di Gesù

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 Pax Christi!                                                    Cbasso, 30.03.1951

 

Mio caro Don Michele,

                    ...per la fondazione Carmelitana non sarebbe bene pensare a Faifoli (Montagano)?

A Gesù Crocifisso portiamo l’anima nostra perché ci sia dato crocifiggerci con Lui.

Aff.mo Fra Immacolato Giuseppe di Gesù

Fra Immacolato Giuseppe di gesù, Aldo Brienza, carmelitano scalzo, servo di Dio, e don Michele Fratianni, Parroco di Montagano, Campobasso. La foto risale agli anni '50 ed è stata scattata in casa di fra Immacolato a Campobasso. Al centro la statua della Madonna del Carmine.
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